Rassegna stampa

Misura per misura

“[…] Jurij Ferrini, con una regia limpida e efficace, ben rivestendo anche i panni del Duca demiurgo, «ragionatore» e divertito dal suo operare, gioca sui toni intimisti delle vicende ambientate tra muri neri coperti di scritte, in costumi moderni, un minimalismo gradevolmente disegnato. La compagnia è composta principalmente di giovanissimi attori neodiplomati che ben promettono e ben fanno come Matteo Alì, Rebecca Rossetti, Angelo Tronca.”

(Magda PoliCorriere della Sera) 


“Di questo testo ho in mente due versioni sceniche: quella di Luigi Squarzina del 1977 […] e quella di Luca Ronconi del 1993 […] ebbene, lo spettacolo di Jurij Ferrini, in qualche modo, le contiene e le supera entrambe. Nella versione di Ferrini, il plot è tutto: ritmo, azione, rivelazioni improvvise, furti di identità, incroci amorosi, peripezie […] il regista e interprete principale della commedia nei panni del Duca di Vienna, ci regala un pezzo di teatro vero da seguire e immergersi dentro come un romanzo d’appendice con i suoi “colpi di scena” messi al punto giusto, la partecipazione emotiva a quelle vicende rappresentate, altresì non disgiunta da una calibratissima e coltivata distanza “epica”, senza alcuna concessione al facile effetto spettacolare, anzi tenendo sotto stretta sorveglianza l’idea di un teatro di ricerca anche popolare, come ci tramanda l’esperienza teatrale di Leo de Berardinis. In questo modo l’azione risulta estremamente fluida, non interrotta dai tanti quesiti di ordine morale, legale, di giustizia che il testo contiene. Ciascun personaggio, ciascun evento descritto nella commedia ha una sua misura che spesso entra in conflitto e contraddice quella degli altri: compito del regista e degli interpreti, come suggerisce Peter Brook nel suo libro. La qualità del perdono, è di cercare di mantenere un equilibrio fra i reciproci ideali, anche quelli religiosi rappresentati da Isabella, e le rispettive miserie umane di cui tutti i personaggi incarnano vizi e virtù mescolati insieme. Bravissimi tutti gli interpreti nel restituire ai loro personaggi quel tanto di non finito che ci permette di intravvedere l’ombra del loro opposto, l’oscuro oggetto del desiderio”.

(Giuseppe Liottawww.aurorainternationaljournal.com)


“È anche nella  finezza finale, quando il duca chiede la mano di Isabella che si vede l’estro, il genio, la straordinaria capacità teatrale di Jurij Ferrini. E sì, proprio in quella conclusione sospesa del testo che da sempre ha appassionato i curiosi, gli studiosi shakespeariani e gli amanti dei misteri, in quella sospensione drammaturgica lasciata dal Bardo, proprio lì, in quel apparente vuoto di pochi attimi si può trovare la particella massima del piacere […] Jurij Ferrini in quella tregua dei conflitti shakespeariani inserisce l’umorismo e la commedia […]  E’ così che vengono gestiti tutti i conflitti che il Bardo inserisce in questo lavoro, non vengono però addolciti dall’umorismo e dalla commedia, al contrario, il sorriso serve alla compagnia di Jurij Ferrini per dare fuoco alla carne e dalla cenere prendere il pubblico come una droga fatta per eccitare il desiderio. Spudoratamente questo lavoro scioglie le difese e colpisce l’anima già ustionata, ferisce il carbonizzato cuore più interno del pubblico con la lama affilata ed amara della tragedia, del dramma più che moderno esaltato da quest’opera”.

(Francesco Altavistail Quotidiano del sud)


“ E’ un meraviglioso teatro quello di Jurij Ferrini perché finalmente arriva il testo, ma non come opera di poesia, una successione di parole e di fatti, ma come qualcosa di vivo, qualcosa che brucia, qualcosa con la quale fare l’amore tutta la notte in segreto […] Isabella poi, interpretata da una fantastica Rebecca Rossetti è l’impeto della dolcezza. Candida e forte come il sussurro della gorgone incanta, come se lasciasse fin dall’inizio cadere dei veli fino a restare semi-nuda, alla fine compare la personalità di un personaggio complesso che non può fare altro che attrarre l’adorazione. Sono i personaggi femminili di Ferrini, capace da sempre di renderli predominanti in scena, di offrirli probabilmente come chiave interpretativa di tutto il suo stile. In questo caso, dove “Misura per Misura” veste i panni moderni, dell’attualità (Angelo ha perfino una tonaca da giudice) Isabella è anche il personaggio che rende tutto fuori da qualsiasi classificazione temporale, dà al mito il suo valore di infinito. […] Non è poi così difficile uscire dalla terribile crisi del teatro sulla quale i critici e i teatranti veri o presunti dibattono ormai da tempo, anzi è anche abbastanza semplice: andate a teatro, andate a perdervi nelle speculazioni artistiche di Jurij Ferrini ed imparate con che piglio, con che anima, con che cuore si fa il teatro.

(www.mozzafiato.info)


“[…] uno spettacolo esplosivo che riesce a toccare i cuori e la coscienza di tutti: “Misura per Misura”. Questo il nome di una delle opere più elaborate che, Jurij Ferrini (interprete e regista), in occasione dei 400 anni dalla morte di Shakespeare, ha saputo riadattare in perfetta chiave moderna. […] L’opera tocca, oltre ai temi della “Giustizia e Misericordia”, quello del ricatto a sfondo sessuale, l’abuso di potere. Shakespeare lo denunciava già da secoli, attraverso la candida voce di Isabella, la suora dell’opera (interpretata da una brillante Rebecca Rossetti), che subisce il più sporco dei ricatti da Angelo il Vicario (Matteo Alì): la vita del fratello in cambio del corpo della giovane immacolata. […] una sorprendente interpretazione dello stesso regista Jurij Ferrini”.

(LIFESTYLE)


“Ferrini è stato bravo nel creare una storia misteriosa (con una sequenza d’azioni, mi è parso, da montaggio cinematografico) che coinvolge e non annoia lo spettatore. […] La messinscena è ben ritmata, gli interpreti sono concentrati e si crea una piacevole armonia scenica che fa sì che questa edizione di “Misura per misura” sia da consigliare ad un pubblico che ha voglia di passare una bella serata teatrale piacevolmente impegnativa.

(Antonio Perolfi – teatrolive.it)


“ […] i momenti drammatici si alternano con altri divertenti, le riflessioni sul senso della vita e della morte lasciano il posto a battute licenziose, come spesso troviamo nelle opere del grande drammaturgo. Gli interpreti sono tutti molto validi, in particolare Jurij Ferrini che, oltre ad aver curato la regia, interpreta il protagonista, il Duca, con grande bravura e naturalezza.”

(www.unamilaneseaparigi.com)


“[…] Gran merito dell’ottima riuscita dello spettacolo, ovviamente, va agli attori in scena, capaci di rendere leggera e divertente un’opera che conserva ed esprime, comunque, un grande e profondo significato”.

(Giuseppe Ferrarawww.mondopressing.com)


“[…] si conferma ancora un thriller appassionante. Misura su misura è una commedia nera, un thriller nel quale si trattiene il fiato, sempre in bilico tra giustizia e misericordia, senza sapere se vi sarà la decapitazione di qualcuno oppure no. È anche una rappresentazione divertente, condita da battute di buona comicità, con una frequente rottura della quarta parete da parte del Duca, sornione nel rivolgersi al pubblico, ammiccando o coinvolgendolo. Nel complesso il ritmo è costante e veloce, grazie a una regia in grado di modernizzare le interpretazioni, snellendo le strutturate scene shakespeariane”.

(Donato Panicowww.teatro.it)


“[…] se le parole si succedono con ritmo frenetico, alcuni momenti sembrano studiati per alleggerire la tensione e far sorridere gli spettatori ai tempi di Shakespeare come oggi. Così i toni drammatici si mixano a quelli comici, con battute, parole storpiate o dal doppio senso, maitresse e bordelli evocati, personaggi ambigui o loschi, in grado di divertire, allora come oggi, il pubblico.” 

(Valeria Prinawww.spettacolinews.it)